OSSERVATORIO OGGI.IT 16 marzo 2015: Fasano ha ricordato Franco Zizzi a 37 anni dalla sua scomparsa

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Il vicebrigadiere fasanese faceva parte della scorta dell’onorevole Aldo Moro: venne trucidato, insieme ai suoi colleghi, in quel tragico 16 marzo 1978 in via Fani.

Fasano  Franco Zizzi  10FASANO – Era il 16 marzo 1978: in via Fani a Roma, l’auto dell’onorevole democristiano Aldo Moro veniva bloccata da alcuni brigatisti, in pochi attimi la scorta venne massacrata. Tra loro, quella tragica mattina, per la prima volta come agente di scorta, prestava servizio il vice-brigadiere fasanese Francesco Zizzi. A 37 anni da una delle più cruente pagine della storia italiana, il dolore per una morte così violenta non accenna a placarsi, nella famiglia come nell’intera comunità fasanese. Si piange un eroe che ha messo a disposizione la sua vita per difendere lo Stato.

Questa mattina, (lunedì 16 marzo) nella chiesa del cimitero di Fasano, è stata celebrata una Santa Messa da don Claudio Macchitella, cappellano della Polizia di Stato di Brindisi. Alla cerimonia hanno partecipato il Questore di Brindisi Roberto Gentile, i comandanti provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, colonnello Maurizio De Panfilis e colonnello Andrea Paris; la dirigente della Polizia Stradale di Brindisi, il vicequestore Pasqualina Ciaccia; i comandanti locali: capitano Pierpaolo Pinnelli per la Compagnia dei Carabinieri, capitano Biagio Palmieri per la Compagnia Gdf, Martino Russano per la Polizia di Stato e il maggiore Fernando Virgilio per la Polizia municipale; autorità politiche con il sindaco di Fasano Lello Di Bari in testa, rappresentanti di enti, associazioni locali oltre, naturalmente, ai parenti di Zizzi e agli amici più cari.

“Siamo qui per ripensare a quel tragico giorno di 37 anni fa – ha sottolineato don Macchitella nella sua omelia -. Un giorno di infamia, di squalifica dell’uomo. Ricordare Franco Zizzi è una cosa buona e giusta. Sono morti insieme a lui i suoi sogni, i suoi bei pensieri. Chi ha ucciso ha pensato di distruggere un ragazzo, eliminandolo dal corso della storia. Ma non c’è riuscito. Hanno ucciso il suo corpo ma egli è eterno nel ricordo di tutti e vive ora nello splendore di Dio. Chi ha ucciso ha vissuto una vita senza senso, Franco vive nella luce eterna, nell’abbraccio di Dio. Gli eroi non muoiono mai nel ricordo della gente”.

Al termine della celebrazione sono stati deposti fiori sulla tomba di Zizzi con successiva benedizione sempre da parte di don Claudio Macchitella. Altruista e assiduo difensore della legalità, della giustizia e del bene comune, la memoria di “Cuoricino” (come amorevolmente era chiamato in famiglia e dagli amici più stretti) resterà viva per sempre, illuminandosi a cospetto del suo valoroso coraggio.

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