Un sentito “grazie”, ha detto Papa Francesco che va ai “parenti di coloro che hanno perso la vita o sono stati gravemente feriti nell’esercizio del loro dovere, per la testimonianza di speranza cristiana che vi anima e per l’attaccamento alle istituzioni e alla vostra missione”, dice il Papa.

“Ogni occupazione onesta contribuisce al bene di tutti e, se svolta con dedizione e passione, favorisce la crescita della persona e della società, fornendo anche i mezzi necessari per un’esistenza libera e dignitosa”, rilevando che “tra le diverse professioni”, quella dei poliziotti “si configura come un’autentica missione e comporta l’accoglimento e la concreta messa in pratica di atteggiamenti e valori di speciale rilevanza per la vita civile”.

Il Pontefice si è riferito soprattutto “allo spiccato senso del dovere e della disciplina, alla disponibilità al sacrificio, fino, se necessario, a dare la vita per la tutela dell’ordine pubblico, per il rispetto della legalità, per la difesa della democrazia e il contrasto della criminalità organizzata o del terrorismo”.

“La vostra missione – ha proseguito – richiede il coraggio per soccorrere chi si trova in pericolo e per fermare l’aggressore, e la collettività vi è debitrice della possibilità di condurre una vita ordinata e libera dalle prepotenze dei violenti e dei corrotti”.

Il Papa ha concluso il suo saluto chiedendo ai presenti di essere “fieri” del proprio lavoro e di continuare “a servire lo Stato, ogni cittadino e ogni persona in pericolo”. “Nel difendere i deboli e la legalità – soggiunge – troverete il senso più vero del vostro servizio e sarete di esempio al Paese, che ha bisogno di persone che lo servano con disinteresse, generosità e continuità”.